Prima Visita
La prima visita dovrebbe essere idealmente fatta tra la sesta e l’ottava settimana, per poter confermare la presenza della gravidanza in utero e del battito cardiaco fetale.
Non appena una donna scopre di essere in gravidanza è opportuno che non aspetti troppo a consultare il ginecologo perché è necessario che riceva tutte le informazioni sulla diagnosi prenatale in tempo utile per elaborarle e discuterle anche col proprio partner e quindi fare una scelta il più possibile ragionata e consapevole.
Nelle prime settimane di gravidanza inoltre è bene fare determinati esami del sangue, immunologici ed ematochimici, che potrebbero mettere in luce alcuni elementi di rischio e che naturalmente è bene conoscere tempestivamente.
Che cosa succede durante la prima visita?
Durante la prima visita verrà raccolta l’anamnesi della paziente, ossia la storia clinica della mamma e della famiglia, verranno prescritti i primi esami del sangue e delle urine, si verificherà quando è stato fatto l'ultimo Pap test e l’ultima ecografia del seo prima della gravidanza e se è necessario ripeterli; verrà registrato il peso per consentirne poi il monitoraggio durante il corso della gravidanza e si effettuerà quindi la visita ginecologica, e l’ecografia per confermare la presenza del sacco gestazionale in utero, e se già possibile, confermare la datazione, cioè se lo sviluppo dell’embrione corrisponde alla data delle ultime mestruazioni oppure - come accade talora in caso di cicli irregolari- rispetto questa è più avanti o indietro.
Quante visite di controllo sono consigliate in una gravidanza fisiologica ?
La prima visita dovrebbe essere fatta tra la sesta e l’ottava settimana.
La seconda non appena sono pronti i primi esiti degli esami richiesti nel primo incontro, possibilmente prima della dodicesima settimana in modo da poter pianificare la tempistica di eventuali esami di screening o di diagnosi prenatale e poi in linea di massima una volta al mese.
A seconda dei casi ogni mese potrà essere necessario ripetere alcuni esami del sangue: in presenza di recettività per toxoplasmosi, citomegalovirus e rosolia ogni mese verrà ripetuto l’esame per il dosaggio delle relative immunoglobuline, in modo da poter individuare precocemente una eventuale prima infezione ingravidanza; se il gruppo sanguigno della mamma è Rh negativo, ogni mese dovrà essere ricercata la presenza di anticorpi anti D (test di Coombs indiretto); quindi emocromo, transaminasi ed eventualmente unicemia e glicemia. Di solito si ripeterà sempre l’esame delle urine.
Tra la dodicesima settimana e la ventiduesima-ventiseiesima settimana si concentrano gli accertamenti di diagnosi prenatale: si possono fare il duo-test, la villocentesi o l’amniocentesi e si deve fare l’ecografia morfologica”.
Fra la trentesima e la trentaduesima settimana si eseguirà una ecografia per misurare l’accrescimento del feto.
Ulteriori ecografie potranno rendersi necessarie e saranno valutate di volta in volta nel corso della gravidanza.
La raccolta dell'anamnesi
Durante la prima visita il ginecologo raccoglie tutte le informazioni possibili sulla storia della futura mamma e della famiglia che possano indicare degli elementi di rischio specifico per la gravidanza in sé e per il nascituro:
1) Patologie materne, precedenti o in atto, che possono in qualche modo interferire con il fisiologico andamento della gravidanza, come l'ipertensione arteriosa, il diabete, una storia di incidenti embolici o trombofilici, patologie autoimmuni etc...
2) Patologie ereditarie che possono trasmettersi al nascituro anche se i genitori sono portatori sani (per esempio l’anemia mediterranea e la fibrosi cistica). Le patologie genetiche come queste sono identificabili nel nascituro per mezzo della villocentesi o dell'amniocentesi.
Gli esami del sangue
Fra le varie informazioni il ginecologo indagherà anche su alcune patologie infettive trasmissibili, di ordine virale o protozotario che possono essere facilmente accertate con gli esami del sangue.
Si tratta di: rosolia, citomegalovirus, toxoplasma, HIV, sifilide, epatite B e C. Tutte queste patologie, se in atto durante la gravidanza, possono dare origine a gravi patologie fetali.
Altri esami del sangue necessari sono emocromo (anemia); glicemia (diabete) transaminasi (malattie epatiche), creatinemia (patologie renali), TSH (patologie della tiroide), e la ricerca di emoglobinopatie (nella nostra area geografica è molto diffusa l’anemia mediterranea).
L’esame delle urine
L'esame delle urine deve essere ripetuto mensilmente, ma è soprattutto nel terzo trimestre di gravidanza che la proteinuria diventa un indice molto importante da indagare, quando aumenta il rischio di gestosi o ipertensione a complicare la gravidanza.
Un altro problema frequente in gravidanza è la batteriuria asintomatica, ovvero la presenza di batteri nelle urine, che potrebbero non dare alcun sintomo alla mamma ma che possono costituire un elemento di rischio, seppur modesto, per un parto pretermine.
Il Pap test
Il Pap test è un esame fondamentale nella prevenzione e cura dei tumori del collo dell'utero ed è importante sapere che la donna gravida non abbia una patologia di questo tipo. Se la paziente non ha un Pap test recente (eseguito almeno un anno prima) è opportuno farlo in gravidanza. Non è dannoso per la gravidanza ma al contrario è molto utile averlo.
La visita ginecologica
La visita ginecologica è importante perché potrebbe mettere in luce patologie genitali con conseguenze sulla gravidanza. Per esempio fibromi uterini in alcuni casi potrebbero pregiudicare la gravidanza stessa o anche solo complicarla.
Nelle donne che hanno già avuto altre gravidanze (o aborti) consente la valutazione del collo dell’utero, nel caso di una eventuale incontinenza cervico istmica (’incapacità della cervice a contenere una gravidanza, solitamente a causa di precedenti raschiamenti o di lesioni chirurgiche). In questi casi è possibile ricorrere al cerchiaggio cervicale, piccolo intervento che consiste nell'inserire chirurgicamente una benderella intorno al collo dell’utero, in modo da impedire la dilatazione prematura del canale cervicale. Al momento opportuno, verso la fine del terzo trimestre, questa benderella viene tagliata, lasciando così procedere spontaneamente verso il parto.
L’ecografia ostetrica
Durante la prima visita, il ginecologo fa l’ecografia per accertare la presenza della gravidanza in utero e del battito cardiaco fetale. Il battito cardiaco non è visibile nelle primissime settimane, quindi potrebbe rendersi necessario ripetere l’ecografia dopo un paio di settimane, dopo la sesta-settima settimana di gravidanza. Le ecografie di routine successive alla prima visita sono l'ecografia morfologica alla ventesima settimana e la biometrica fra la trentesima e la trentaduesima settimana.